Estratti

IL PRIMO QUADRO DELLA VETRATA DI BENEDETTO ZACCARIA

Benedetto Zaccaria era un giovane di trent’anni, aveva trascorso gran parte della giovinezza nella fornace di suo padre, a Venezia. Lì aveva imparato il mestiere di maestro vetraio, sgambettando fin da piccolo tra i banchi di lavoro con in mano attrezzi che a stento riusciva a tenere. Sua madre era morta quando aveva appena dieci anni. Il padre, Luigi Zaccaria, non aveva avuto scelta: non avendo nessuno a cui lasciare il bambino, se l’era portato dietro al lavoro.

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IL LADRO DI TIMBRI

Dopo essere stato assunto nell’impresa di pulizie, Orges, per un po’ di tempo, aveva cercato un secondo lavoro, per arrotondare, e aveva fatto circolare la voce. Per la verità, una volta era stato avvicinato da alcune persone che gli avevano proposto di nascondere piccoli aggeggi, microfoni o cose del genere, negli uffici dell’Agenzia delle Entrate. Sarebbe stato un servizio comodo, ben retribuito, ma lui non se l’era sentita. Quei tipi non gli avevano ispirato fiducia, e poi lui voleva restare pulito, aveva una sua dignità.

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LA GALLINA DI NICK

La scuola era sempre stata una disperazione per Nick e lui per i professori. Tra le mura scolastiche ci stava come un cane randagio dentro un canile.
Ne aveva fatte di tutti i colori. Da ultimo, durante una lezione, era stato sorpreso a strisciare per terra, tra i banchi, a cercare di mordere le caviglie delle compagne di classe. Ne era nato uno scandalo: preside, assistenti sociali, psicologi, tutti avevano voluto dire la loro e, peggio, avevano tentato di fargliela capire.

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LA PECORA DEL CARROZZIERE

Per la verità Nello Sartori, il carrozziere del paese, si guardava bene dal farne cenno, ma il cambio di rotta della sua officina aveva avuto origine dalla lettura di un articolo su una rivista trovata un giorno dal barbiere, mentre aspettava il suo turno di barba e capelli. Quell’articolo lo aveva rimuginato nella sua testa per settimane e per mesi, finché si era consolidata in lui la teoria, anzi, la sua visione del mondo.

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ADAM

Adam quella mattina si era svegliato a fatica, dimenandosi in un groviglio di lenzuola sporche che da mesi non venivano lavate, ormai ridotte a un grosso grumo indistinto sopra il nudo materasso, buttato per terra in mezzo alla stanza.
Aveva ancora addosso i vestiti della sera prima, quando era rientrato a chissà quale ora e in chissà quali condizioni.

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